L’ocheggiare delle dame di corte che arrivano a dare il buongiorno al sire scatena una risata spontanea anche solo per la costante ripetizione a pappagallo di frasi e movenze che provano ad ostentare un’eleganza in realtà impropria; basta poco però per capire che il loro interesse non è rivolto al re, ma alle sue ricchezze, di cui godono come sanguisughe.
La moglie (Annamaria Palomba) probabilmente lo ha sempre detestato, non è mai riuscita a sopportare la sua mancanza di raffinatezza, la sua incapacità di cogliere la vera bellezzitudine, il suo rifiuto dell’etichetta, tutto inaccettabile per lei, figlia di una rigida educazione francese.
Persino la figlia (Angelica Bifano), forse l’unica ad avere un minimo di reale interesse nelle condizioni del padre, viene risucchiata dal fasto, spogliata del suo abito bianco come della sua innocenza, trascinata dalle dame di corte in un lusso tanto sfrenato quanto superficiale, che fa di una semplice ora del tè una pacchiana ostentazione.
Dunque una corte piena di persone che vedono nel proprio re un’occasione, un patrimonio, tanti titoli e ricchezze, ma sicuramente non una persona; nessuno è in grado di comprendere il suo dolore e il suo estremo bisogno d’aiuto, d’altronde non sono neanche in grado di distinguere l’uomo dalla gallina, perchè in fondo l’animale è solo l’ennesima fonte di guadagno a loro favore.
Se infatti la sua presenza non permettesse al re di espellere uova dorate ogni volta che ingerisce qualcosa, nessuno di loro si preoccuperebbe così tanto della sua salute, nessuno si curerebbe di farlo mangiare e bere; e questa dura verità diventa ancora più lucida quando l’unica soluzione possibile agli occhi del re è un’ardua scelta: o la vita o la gallina, o la solitudine o la morte.
A questo punto verrebbe da chiedersi chi è il vero cattivo di questa storia, se una gallina impertinente e determinata nel suo atto di difesa o un’intera corte che si nutre di falso interesse e menzogne; ma la verità è che la risposta è irrilevante, l’unica certezza è che ‘’bisogna morire’’, questo è il destino di ogni cosa al mondo e questo è il destino del nostro re che pur di non darla vinta a quella gallina si lascia morire di stenti.
Ma si sa, per una vita che va una che viene; e così, mentre il memento mori della Passacaglia della vita risuona in sala, un improvvisato funerale rende onore al Re Chicchinella che, entrato nella sua nuova forma di gallina, si gode, appollaiato sul trono, la finta adorazione di sempre.
Vittoria Ferraro Petrillo