Riflessioni dell'autore:
Primavera e altre stagioni (2024) porta avanti una trilogia sul mondo erotico che abbiamo avviato alcuni anni fa, in risposta al clima di isolamento umano provocato alla pandemia di Covid-19.
Nel primo capitolo, Tre liriche (2023) ci concentravamo sulla paura del coinvolgimento e della perdita in alcune fasi di una relazione. Il nuovo lavoro sposta la ricerca su un piano più profondo della mente umana, inoltrandosi nella dimensione folle, oscura e dionisiaca dell’amore che, in misura diversa, ciascuno di noi sperimenta nel picco dell’infatuazione.
“Ti sarei piaciuto lo stesso, se ci fossimo conosciuti prima?”, “Com’è possibile che esistano altri amori, oltre al nostro?", “A cosa ci servono le altre persone, se abbiamo l’un l’altro?” sono alcune delle domande che l’Io parlante dello spettacolo pone a se stesso e alla persona amata, attraversando le angosce, le gelosie e le estasi del primo anno di una nuova storia. Primavera e altre stagioni tenta di dare spazio a quegli aspetti viscerali e ambivalenti dell’amore che spesso tendiamo a ignorare, ma che è indispensabile fronteggiare per comprendere se stessi e l’altro, nel percorso di assestamento di un sentimento verso la piena stabilità psicologica ed emotiva.
Dal punto di vista drammaturgico, con Primavera e altre stagioni intendiamo sviluppare, portandoli a un grado maggiore di fusione, i linguaggi già esplorati nei lavori precedenti: uno stile testuale che mescola elementi narrativi, elementi poetici e quelli propri del monologo teatrale classico; una partitura musicale che unisce acustico, elettronico e rumoristico; una recitazione in bilico tra naturalismo e studio dell’espressività vocale al microfono. Allo stesso tempo, questo progetto ci darà la possibilità di aprirci ad alcuni ambiti della scrittura scenica, come l’applicazione di effetti sonori e distorsioni alle voci, o lo studio del gesto, del movimento della coreografia, che finora non abbiamo avuto modo di sperimentare in maniera rilevante.
Jacopo Neri