MOMENTI
Arti visive in mostra dal 24.06.2025 al 29.06.2025 
Foyer Sala Oceano visitabile dalle ore 19:00 alle ore 23:00
ingresso: gratuito

Esposizione di arti visive multidisciplinari a cura di di Dominio Pubblico 

Con il coordinamento artistico di Marta di Meglio / UP Urban Factory

Con i contributi artistici di Valeria Antonovna, Francesco Barca, Maria Antonela Bresug, O ‘chino, Clarisse Hermont, Alice Mattarozzi, Flavia Mizzau, Francesca Nicotra 

Call for artists 2025

Una mostra di arti visive dal titolo Momenti curata da Dominio Pubblico e realizzata grazie al coordinamento artistico di Marta di Meglio, curatrice di Up Urban Prospective Factory e ideatrice, coordinatrice e direttrice artistica di Blueflow, festival di street art e arte urbana che dal 2015 si svolge sull'isola di Ventotene. Il percorso espositivo Momenti spazia tra differenti tecniche artistiche, dalla video arte all’installazione tessile, passando per la pittura e la fotografia. La mostra ospiterà anche due live painting dell’artista brasiliana Clarisse Hermont.

La distanza che ci unisce e ci separa  – Valeria Antonovna – Varese

La distanza che ci unisce e ci separa si presenta come una narrazione astratta, inscritta in un luogo privo di riferimenti geografici. 

L’unico intento delle due figure protagoniste è quello di stabilire un equilibrio di forze, 

mettendo in evidenza come uno stato di armonia derivi spesso dal contrasto

e dalla compartecipazione di tensioni opposte.

Cucirsi  – Francesco Barca – Reggio Calabria

 

Il progetto artistico nasce come studio di ricerca di superficie, che vede l’analisi di diverse componenti tattili capaci di restituire una certa texture, anzi vibrazione visiva, strettamente collegata con la sfera del ricordo e del sensibile e di ciò che internamente sentiamo, ma difficilmente è possibile cogliere dall’esterno. La continua sperimentazione e ricerca porterà all’interesse verso il mondo tessile con la ripresa di tecniche sartoriali tradizionali e il riutilizzo di tessuti e artefatti tessili di seconda mano. In questo caso, il gesto lento e continuo del ricamo diventa metafora di un pensiero o di un’emozione che vengono incastrati tra punti e nodi, come se il filo potesse dare forma all’invisibile e dare importanza a qualcosa che risulta nascosto. Tra le opere esposte dall'autore: Cucirsi, in cui il gesto del cucire su se stessi diventa metafora di un atto di ricucitura simbolica, attraverso cui ogni punto diventa traccia di memoria, ferita e cura, un dialogo silenzioso tra corpo e vissuto; Nodi: tra i diversi piani di visione, il blu lascia spazio all’ago e al filo, dove il ricamo si afferma come segno e come contorno. Le mani diventano richiamo a quest’arte ormai dimenticata, esaltando il lungo e lento gesto che tra i diversi nodi intrappola pensieri ed emozioni; Serie di diari prende forma all’interno di “Ri-conoscersi”, un ampio progetto cui cuore è incentrato su una costante autoanalisi e riscoperta del sé. In questa serie l’obiettivo è quello di dare forma e confine ad un flusso di coscienza, ad un sussulto di pensieri ed emozioni che trova posto in pagine di diario e contorni di autoscatti.

 

 

 

Elogio alla Lentezza – Maria Antonela Bresug – Romania

 

In un mondo distopico dove la velocità e la produttività sono diventate le uniche misure di valore, si diffonde una nuova epidemia: la "lentezza". Coloro che ne sono colpiti, etichettati come improduttivi, vengono internati in un manicomio, isolati da una società che li considera un peso. Tra di loro c'è una donna di nome Maria, una lavandaia che lavorava in una lavanderia industriale, il cui corpo le impedisce di muoversi più velocemente di un certo ritmo. Non è cieca, come i protagonisti del romanzo di José Saramago, ma è considerata "matta" per la sua incapacità di adattarsi al frenetico ritmo del mondo esterno. Tra le opere esposte dall'autrice: Elogio alla lentezza, in cui la scritta si confonde per non oscurare il pregio del tessuto, elogia la lentezza risaltando il lavoro di maestria ed il tempo che l’anonima artigiana ha impiegato nel manufatto; Lavaggio a secco, in cui i dati dell’inquinamento delle acque causato dalle tintorie industriali in Europa tra il 2020-2023 si alternano con i suoni ripresi sul campo; Sindone Blu, per cui i simboli del lavaggio sono un linguaggio universale che racconta moltissimo dell’industria della moda; Etichette, un arazzo realizzato cucendo insieme varie etichette di lavaggio che rappresentano la cura che dovremmo dare alla nostra seconda pelle.

 

Astratto urbano, figure di strada, colori pop – O' chino – Roma

 

L’obiettivo di Rocco di Pino (in arte O‘chino) in Astratto Urbano, figure di strada, colori pop è quello di creare e rappresentare un segmento di ciò che chiama "Immaginario Urbano Artistico", una sovrapposizione di impressioni che catturano l'energia della città in opere vibranti e contemporanee, un mix esplosivo di colori, texture e forme geometriche che riflettono lo spirito Urban Pop. Portare sul supporto (tela, pannello o muro che sia) una parte della città, somma dell'arte di cui è tappezzata, in un ciclo continuo di ispirazione e creazione. Sfruttare il live painting per poter non solo esibire la propria arte ma comunicare univocamente il processo e l'emozione dietro di essa.

Sangue Tropical – Clarisse Hermont – Brasile

Il progetto di Clarisse Hermont si ispira alla natura, con un focus particolare sulla biodiversità dell’Amazzonia, integrando elementi di flora tropicale con le proprietà curative delle piante. Le sue opere riflettono una fusione tra le radici brasiliane e le influenze culturali romane, creando un dialogo tra tradizione e modernità. La sua ricerca artistica esplora tematiche come il rapporto tra uomo e natura, la memoria collettiva e le emozioni umane. 

Etichette la pelle – Alice Mattarozzi – Cremona

 

Alice Mattarozzi sviluppa il proprio percorso artistico attraverso l’indagine delle convenzioni legate ad ogni oggetto e materiale, abbattendo quello di cui si è già a conoscenza per creare una dimensione estetica e funzionale nuova che riesca a stimolare un dialogo con l’osservatore, ma soprattutto un ponte tra l’emozione più inconscia e la percezione visiva. Un’empatia estetica. In Etichette, la pelle l'autrice invita ad andare oltre la classificazione stabilita dall’involucro esterno, prendendo coscienza di ciò che differenzia ed accomuna. Questo strato delimita l’interno, diventando barriera e mezzo con cui esprimersi, ma la presenza dell’uomo segna e modifica anche ciò che lo circonda adattandolo e mutilandolo in base a ciò che pensa e sviluppa. Creare una dimensione estetica nuova dove non esiste una concezione di diverso ma solo rispetto e pura riappropriazione dell’esistenza di ogni elemento. Etichetta come pelle. Mani bucate è una Rielaborazione del detto “mani bucate”, non più buchi che lasciano cadere i soldi tra le mani per l’incapacità di gestirsi ma un buco che non dà la possibilità di mettere il cibo nel piatto, la mancanza di nutrimento, sia culturale che personale. Diventa occhio che pone l’attenzione su un determinato oggetto che viene posto all’interno del piatto. La mancanza dello spazio considerato come casa. Nutrirsi di un posto sicuro che non può essere consumato, poterlo solo osservare. In Pane quotidiano, ciò che fa parte dell’attualità ci passa tutti i giorni sotto gli occhi, come la tovaglia che si utilizza a tavola senza un motivo specifico, si dà per scontata, si utilizza poi ripone. Il piatto diventa il mezzo che isola l’attenzione su un qualcosa per sfocare tutto il resto, lasciandolo scorrere. Bisogna decidere di cosa nutrirsi per non diventare consumatori passivi dell’attualità che “Tanto non cambia”. Non è come sembra ci chiede: si può eludere un gioco come se stessi? Caratteristica Comune: i gesti, i silenzi creano un ponte comunicativo intenso che non ha limiti linguistici o sonori, a questo ci si può interfacciare con chiunque indipendentemente dalle varie differenze estetiche e sociali, come se in un momento di intimità dove si è a proprio agio e sicuri ci lasciassimo osservare, facendo notare l’etichetta che tutti abbiamo con segnato “Made in” perché tutti esistiamo grazie allo stesso atto e porteremo avanti per sempre l’informazione del luogo in cui siamo venuti al mondo o a cui apparteniamo per scelta. Il silenzio è il mezzo per riconciliarsi con la percezione di sé stessi e degli altri. 

La politica della Presenza - Assenza – Flavia Mizzau – Roma

In quest’opera la presenza/assenza umana si manifesta sotto diverse forme: oltre che nel suo stato fisico di corpo vivo e senziente, l’individuo esiste o non esiste attraverso gli oggetti che possiede, i luoghi che abita e lo spazio che occupa. Il binomio presenza/assenza, a primo impatto paradossale, è valido anche all’interno dell’individuo, che è forse l’espressione massima del tutto e del niente, è contemporaneamente sinonimo e contrario di sé stesso. L’individuo vive nel flusso della Storia, il Grande Romanzo umano, incarnando le propulsioni, i deliri e le battaglie della propria epoca e divenendone di fatto protagonista indiscusso. 

Andando oltre  – Francesca Nicotra – Catania

 

Il progetto Andando oltre vuole evidenziare gli attimi più semplici e silenziosi della vita, gli stessi attimi che si perdono rincorrendo le giornate piene di impegni e caos quotidiano, tutto ciò che, camminando frettolosamente per andare a lavoro, all’università o a fare la spesa, viene ignorato e non vissuto. Questo progetto vuole trasmettere un tempo di vita diverso, più lento, nel quale è possibile assaporare e catturare ogni singolo momento, ed è proprio in quel tempo che chi osserva scopre quanto è affascinante la vita e quanto sono interessanti i semplici dettagli. Trra le opere esposte dall'autrice: Compagni d'attesa, "spesso la guardo ferma sempre nel solito punto, se ne sta lì tutta sola in attesa, non so cosa o chi stia aspettando. Poi guardo i suoi occhi delusi e rassegnati, prontamente le dico che ci sono io, e i suoi occhi dolci tornano a vivere"; Guardiano del tempo, "della città in ogni epoca, che sorveglia il paesaggio urbano in continuo mutamento, conosce nuovi volti e ne saluta altri, rimane sospeso tra i vicoli ad osservare l’incessante trasformazione temporale per essere autentico portatore di nuove storie"; Differenza di scala, "la mia piccola mano tocca secoli di memoria, chissà quante altre dita hanno sfiorato queste mura, chissà quante voci hanno sentito, mi chiedo come un essere così piccolo come l’uomo abbia potuto costruire questa grandiosità"; Incontro quotidiano, "ogni giorno alla stessa ora ho un appuntamento importante, arriva il sole a baciarmi la pelle con la forza irruente dei suoi raggi, così mi siedo sempre lì e mi lascio scaldare l’anima dalla sua luce"; Nel silenzio di uno sguardo, "non parliamo la stessa lingua eppure le nostre anime si comprendono connesse dalla forza dell’amore"; Tempi fermi, "in cui è necessario abbandonarsi al lento fluire. Stesa al sole venera il riposo, intrisa ancora di sale, respirando ancora la forza delle onde. Si concede al mondo, che per un istante smette di correre"; Vedendo l'invisibile, "vedere e vivere l’invisibile"; Amore blu oceano, "condividendo un amore blu oceano, eterno come questo spazio in cui custodiamo l’intimità di un lungo momento, raccontandoci la vita dinanzi l’orizzonte infinito e passando gli attimi a contare le onde che travolgono le nostre emozioni"; Avvolto dalle mura, "piccolo come una formica, chiedo a queste possenti mura di proteggermi dall’inquinamento del caos, le mie idee libere suonano nel silenzio creando arte"; Saltando verso nuovi orizzonti, "sentendomi sostenuto dai miei pilastri".

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