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L’imbarazzo del primo appuntamento
Tre cubi che riflettono ciò che c’è attorno come fossero specchi sono posti sul palcoscenico del Teatro India. Uno spazio usato in tutta la sua grandezza in cui gli attori raccontano l’uno all’altra piccole cose di loro stessi. Due persone sole (interpretate da Francesco Colella e Anna Bellato) che cercano nell’altro un conforto, ma anche qualcosa di più. Quella speranza di potersi rinnamorare e perdere la testa, ma anche quella paura nel rivelare agli altri chi siamo veramente. Si gioca sulle cose che accomunano tutti in un primo appuntamento: l’imbarazzo, le aspettative, il “cosa penserà di me?”
Ma anche il riconoscersi nella leggerezza di potersi raccontare da zero, essere in qualche modo una persona nuova.
È la paura di rimanere da soli a spingerci verso gli altri, perché forse in fondo anche solo scambiarci la solitudine ci fa sentire più vivi.
In Meno di due (in scena dal 26 novembre al 1° dicembre 2024) la compagnia Teatro di Lina ci mette davanti una parte di realtà che tutti abbiamo vissuto in un modo o nell’altro: il primo appuntamento.
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Teatro di Lina è una compagnia pratica, dove domina la necessità di raccontare storie e di farle comprendere. Francesco Colella definisce il testo scritto da Lagi come uno spartito, rivelando che non ci sono personaggi predefiniti, ma una drammaturgia che si fonda sulle persone che saranno in scena, capaci di rendere concrete quelle parole scritte nero su bianco tramite il loro corpo, i loro ricordi e colori.
Nello spettacolo è infatti facile rivedersi e ritrovarsi nei personaggi in scena: ognuno di noi ha avuto un primo incontro e ci ricordiamo l’imbarazzo iniziale, le risate nervose e i silenzi pesanti quando uno dei due si allontana anche solo per un istante.
Come afferma Francesco Lagi, lo spettacolo mira a raccontare la zona di mezzo, l’innamorarsi a fatica. Non si tratta quindi di quell’amore romantico ed edulcorato che imperversa nel cinema e nelle serie tv, un amore che si trova subito e ti fa innamorare perdutamente; si tratta invece di quell’amore che si cerca di ritrovare da adulti, un amore che magari si è già vissuto e si conosce, ma che è sempre una riscoperta non solo dell’altro, ma anche di se stessi. È un amore contraddistinto dalla paura e dal desiderio di non restare soli.
Lagi precisa come questo spettacolo parli semplicemente di due persone con il desiderio di trovare e di piacere a qualcuno. “Si parte da delle situazioni create da due persone e, sapendo che si tratta di loro due (Francesco Colella e Anna Bellato), io conosco come certe cose suonano in lui in un modo e in lei in un altro.”
Con l’avvicinarsi della fine dell’appuntamento, e quindi dello spettacolo, ci si inizia a chiedere cosa ne sarà di loro, se si sono effettivamente “trovati”. Ed è proprio questo che si chiede personaggio di Francesco Colella: “E io sarei un’occasione importante?” Una domanda che apre la discussione alla concretezza di quello che è stato il loro incontro fino ad allora, ma anche alla paura di una risposta che potrebbe non essere quella desiderata
“A tuo modo” È la soluzione “intermedia” a quella domanda tanto grande, lasciando così all’altro l’interpretazione di quello che è stato il loro appuntamento. Una risposta troppo netta può essere sbagliata e la paura di essere rifiutati è sempre spaventoso, a prescindere dall’età. A sconvolgere l’appuntamento tuttavia non è la risposta, bensì l’arrivo di Leonardo Maddalena, terzo personaggio che in parte ribalta la situazione. Scopriamo infatti l’esistenza di un amante, di un altro uomo che ha vissuto lo stesso “primo appuntamento” del personaggio di Colella “Siamo un po’ tutti dei cani sul ciglio della strada in attesa che qualcuno ci noti” è la battuta che il terzo personaggio sferza contro i primi due. E il “ciglio della strada”, metaforicamente, rappresenta quei momenti in cui la vita ci scorre davanti senza riuscire a farne veramente parte. Per Leonardo Maddalena questi personaggi “puzzano di solitudine e cercano l’amore che li fa sentire vivi”.
Al di là della trama e di come possa terminare questo primo appuntamento, ciò che davvero conta per Teatro di Lina è fare teatro, mettersi al pari dello spettatore e condividere sprazzi di vita vera e sincera in una sala teatrale. E forse è proprio questo che può farci sentire meno soli.
di Francesca Maddalena